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In un'epoca di "transizione permanente" come l'attuale, anche la tematica dell'interpretazione del diritto - specie costituzionale - s'è spesso trasformata nel proverbiale "parafulmine" in mezzo a uno tsunami di spinte e controspinte originate dalla collisione e contorsione dei modelli giuridici a confronto. In tale età del Grande Disordine - in cui pullulano fughe in avanti e pericolose contaminazioni - quest'opera, pensata a fuoco lento e senza istinti gregari, rappresenta un'indagine alla radice dei presupposti culturali su cui poggia l'intera impalcatura del discorso: proprio su di essi, infatti, si giocano - e senza lesinare diversioni, colpi bassi e illusionismi d'ogni genere - le sorti delle numerose, differenti "prospettive" in campo, talvolta esibite in fogge nuove, talaltra limitandosi ad evocare minacciosi fantasmi d'antan. Il merito metodologico principale di quest'indagine è allora costituito dall'articolata "terapia" di riallineamento delle tematiche e dei piani concettuali, la quale - con un lucido e paziente sforzo di simmetria giuridica, proteso alla ricerca d'un centro di gravitazione stabile - renda possibile un approccio scientificamente sostenibile, vista anche la notevole caratura della posta in gioco, dove oggidì la falsificazione potrebbe facilmente figurare come lingua di famiglia.